Noi diciamo subito che siamo favorevoli alla massima integrazione amministrativa fra i Comuni dell’Area Nord, ma con altrettante fermezza diciamo che renderemo indisponibile il Comune di Finale Emilia ad ogni ipotesi di fusione, non per spirito campanilistico, ma perché si impoverisce la democrazia e la partecipazione alla vita politica locale, si allontana il Comune dai cittadini e si decentrano i servizi con aggravi e maggiori costi. Lo stesso documento della Presidenza del Consiglio, in merito alla fusione dei Comuni, spiega che l’accorpamento dei Comuni è un processo rivolto a realtà più piccole, infatti esso dice testualmente: “si ritiene fondamentale creare una dimensione ottimale, di circa 10.000 abitanti, in cui si osserva il minor costo pro capite dipendente/abitante e la miglior erogazione di servizi in un ambiente a misura d’uomo”.
I sostenitori dei processi di fusione istituzionale ricordano, a sostegno di questa tesi, i benefici derivanti dall’esclusione temporanea del patto di stabilità per il nuovo ente. Noi crediamo invece che la democrazia non possa essere barattata e che vada invece fatta una seria battaglia politica per la cancellazione del patto di stabilità, che altro non è che l’austerità applicata agli enti locali.
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