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martedì 4 maggio 2010

4. PER UN NUOVO SVILUPPO DI FINALE EMILIA

Il Comune di Finale Emilia sta pagando a caro prezzo le scelte sbagliate del Piano Regolatore Generale (PRG) del 2000, e ancora di più la mancata redazione di un nuovo strumento urbanistico che, unitamente ad un Piano per la ricostruzione, delinei un nuovo sviluppo per Finale Emilia.
Sul finire degli anni ’90 il PRG ha puntato in modo miope solo sull’insediamento di industrie ceramiche vincolando la crescita industriale della città ad una monoproduzione che non si è mai realizzata. Si è così consegnato un milione di metri quadri di territorio finalese in mano a poche grandi industrie ceramiche che, ormai da tempo, hanno dimostrato di essere disinteressate ad investire a Finale Emilia.
Questo PRG, ormai superato dagli eventi, è una zavorra che ha bloccato la crescita industriale ed artigianale di Finale, che in un periodo di crisi soffre più di altri territori per l’assenza di una politica di sviluppo. Era evidente già 15 anni fa che mai nessuna ceramica si sarebbe realizzata a Finale Emilia e che la crisi economica avrebbe allontanato definitivamente questa possibilità, ed è stato un grave errore dell’Amministrazione Ferioli non modificare il PRG per porre rimedio a questa situazione.
Le battaglie che abbiamo fatto in questi anni per fermare scelte industriali sbagliate e impattanti non sono isolate, ma portano con sé la prospettiva di un nuovo modello di sviluppo per Finale Emilia basato sulla base dei seguenti punti chiave:
- Modificheremo il PRG per sbloccare i terreni inutilmente destinati a ceramiche da oltre 15 anni per favorire l’arrivo di nuove imprese e creare lavoro stabile e di qualità. A questo scopo è necessario favorire l’insediamento di imprese che promuovano innovazione, ricerca e sostenibilità ambientale. Per ottenere questo la prima cosa che faremo è la modifica del PRG per rendere utilizzabile, anche agli artigiani, quel milione di metri quadri di area produttiva da troppo tempo ferma. Contemporaneamente partirà fin da inizio legislatura il percorso partecipato di redazione di un nuovo strumento urbanistico che delinei la Finale Emilia dei prossimi 20 anni.
- Lo sviluppo del territorio non può essere piegato alla speculazione. Le scelte urbanistiche riguardano ciascuno di noi: incidono sui prezzi delle case e degli affitti, sulla qualità e quantità del verde pubblico, sulla qualità e sulla quantità di lavoro che si trova a Finale Emilia, sulla viabilità; in sostanza sul benessere dei cittadini. Vogliamo affermare il principio secondo cui il consumo di territorio va fermato e può avvenire solo all’interno di una attenta valutazione di sostenibilità e di tutela degli interessi della collettività. Perché il territorio è un bene comune da preservare.
- Faremo tornare il Comune protagonista delle proprie scelte in materia di politica urbanistica. Oggi il Comune di Finale Emilia non ha una propria strategia che non sia quella di utilizzare il territorio come moneta di scambio per accettare progetti impattanti a fronte di contributi per le casse comunali. Al contrario, vogliamo definire nuovi obiettivi di sviluppo assumendo alcuni principi fondamentali: contrastare la precarizzazione del lavoro, rendere le aree industriali ecologicamente attrezzate, favorire l’insediamento di imprese sostenibili e che investono in ricerca e qualità del lavoro.
- Adotteremo un regolamento edilizio “di classe A” che cambierà radicalmente il modo di costruire a Finale Emilia. Le tecnologie eco-compatibili evolvono, ma il regolamento edilizio di Finale Emilia no. Oggi l’applicazione di tecnologie ecocompatibili nella costruzione di edifici è una realtà concreta dai risultati certi in termini di risparmio economico per i cittadini e di minor impatto per l’ambiente. Il regolamento edilizio che adotteremo prevede l’introduzione di tutte le nuove tecnologie favorendone l’introduzione in campo residenziale e industriale.
- Ci relazioneremo con la regione Emilia Romagna per inserire Finale Emilia nell’elenco dei Comuni in cui introdurre contratti di insediamento e sviluppo finanziati dalla legge regionale per la promozione degli investimenti in partnership con enti pubblici e privati e le università Rompere l’isolamento politico e amministrativo in cui è precipitato Finale Emilia in questi anni è fondamentale per recuperare credibilità e sfruttare le opportunità che si possono presentare.

AREA EX ZUCCHERIFICIO
Nelle more dell’esito dell'esposto presentato alla Procura della Repubblica di Modena, ci impegniamo a monitorare con costanza ed in modo trasparente le emissioni della centrale elettrica a biomasse già attiva nell'area dell'ex zuccherificio di Massa Finalese, per garantire il rispetto dei limiti imposti dalla legge. Inoltre vigileremo sul tipo e sulla provenienza del materiale in arrivo all'inceneritore e utilizzeremo tutti gli strumenti amministrativi nelle disponibilità del Comune per fermare l’impianto se la salute pubblica è a rischio. Contemporaneamente convocheremo Coprob per discutere un piano industriale che preveda il mantenimento nel sito di Finale Emilia delle attività di stoccaggio e confezionamento dello zucchero.

MAXI DEPOSITO GAS DI RIVARA
Ci impegniamo a monitorare la vertenza in atto contro il maxi deposito gas a Rivara fino a quando il ricorso al TAR di ERG Rivara Storage non sarà arrivato a giudizio definitivo e sarà posta la pietra tombale su questa vertenza. Infatti, nonostante il collegato ambientale approvato dal Parlamento escluda gli stoccaggi di metano in acquifero profondo, sono ancora pendenti tre ricorsi di legittimità che possono rimettere in gioco l’azienda proponente.

AUTOSTRADA CISPADANA
Finale Emilia non sarà attraversata da un’Autostrada perché vogliamo la Cispadana extraurbana al servizio del territorio senza devastare le valli con le cave. 
È ormai elemento condiviso che l’Autostrada Cispadana non è funzionale all’Area Nord ma a liberare il nodo autostradale di Bologna all’interno di un progetto di mobilità più vasta che punta a collegare Tirreno e Adriatico con una nuova autostrada Per questo ci opporremo in tutte le sedi anche alla nuova variante che avvicina ancora di più il tracciato al centro abitato.
Ci opponiamo all’autostrada perché la bassa modenese ha bisogno di una strada a scorrimento veloce collegata con i centri urbani e le aree produttive (come la Cispadana extraurbana nel tratto ferrarese e reggiano), non di una striscia d’asfalto che taglia in due il nostro territorio senza collegarlo.
Noi consideriamo frutto di un’incredibile miopia l’idea, in voga negli anni '50 e '60, che lo sviluppo passi attraverso l’ennesima grande opera che devasta il territorio e incentiva il trasporto su gomma, con tutto ciò che comporta sul piano ambientale. Per altro su un’area come la nostra che presenta una qualità dell’aria tra le peggiori d’Italia.
Anziché progettare un sistema viario funzionale al territorio, come era inizialmente pensata la Cispadana, anziché programmare una riconversione del trasporto dalla gomma alla rotaia attraverso lo sviluppo di nuovi tracciati ferroviari, per la bassa modenese si propone una soluzione che devierà sull’Area Nord 50 mila veicoli al giorno, dei quali una parte considerevole costituita da mezzi pesanti.
Perché allora non pensare davvero, nel momento in cui si realizza una “grande opera” ad una Cispadana ferrata? A questo proposito ricordiamo la proposta da noi avanzata già diversi anni fa, ma mai presa seriamente in considerazione, di realizzare a San Felice lo scambio nodale gomma-ferro. Progetto che sta diventando realtà a Modena con lo scalo merci di Marzaglia. Ci impegneremo affinchè questo modello di sviluppo della viabilità trovi spazio anche sul territorio di Finale Emilia.

PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE
Il Piano Attività Estrattive del Comune di Finale Emilia approvato dalla giunta Ferioli è funzionale alla realizzazione dell’Autostrada Cispadana, alla quale ribadiamo la nostra contrarietà. Per questo modificheremo la programmazione delle attività estrattive del Comune, che oggi prevede di scavare volumi di argilla da estrarre pari a 2milioni200mila metri cubi su una superficie grande quanto 300 campi da calcio.
La Giunta uscente ha previsto cave a Massa Finalese, in via Albero a ridosso del centro abitato, e a Finale Emilia in via Ceresa, adiacenti alla Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Le Meleghine”. Proponiamo la completa eliminazione della cava in via Albero e la drastica riduzione dei volumi della cava di via Ceresa, perché il territorio di Finale Emilia non merita di essere violentato con voragini così imponenti.

SOLARE TERMICO E FOTOVOLTAICO
Anche a Finale Emilia sono sorti numerosi impianti fotovoltaici a terra. Regolamenteremo queste attività, onde evitare che si sottragga suolo all’agricoltura e che gli incentivi pubblici alle energie alternative diventino fonte di speculazione, dando priorità alla diffusione del solare termico ed elettrico sui tetti di abitazioni, capannoni ed edifici pubblici.

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