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martedì 29 aprile 2014

UN 1° MAGGIO CON POCO DA FESTEGGIARE

Gli ultimi premier non celebrino il primo maggio. Non è la loro festa.
1 Maggio 2014, Festa dei Lavoratori
. I signori Berlusconi, Monti e Letta si apprestano a festeggiarla anche loro. Hanno un bel coraggio! Questi signori, premier degli ultimi 3 governi italiani, diversi nella guida ma identici nella sostanza, hanno approvato una delle peggiori riforme sul lavoro, con l’intento di incentivare le assunzioni, e hanno promosso la peggiore riforma pensionistica che l’Italia ricordi, sempre con l’intento di agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani.
Sta succedendo invece l’esatto contrario: l’ISTAT certifica che a marzo il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7% mentre quella giovanile è al 42,7%.
In numeri assoluti significa che ci sono oggi in Italia 3milioni248mila disoccupati, in aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente (+194 mila).
Ci dicono che è colpa della congiuntura internazionale: mentono sapendo di mentire.
Certo la crisi economica c’è, ma c’è modo e modo di affrontarla e gestirla. Si tratta di scegliere: o si sta dalla parte del mondo del lavoro o si sta dalla parte degli speculatori e di chi la crisi l’ha provocata.
Nel primo caso quattro sono i punti politici urgenti che andrebbero affrontati immediatamente:
a) un piano del lavoro che favorisca la creazione di nuova occupazione a partire dalla riconversione ecologica dell’economia e dell’industria, dalla produzione pubblica dei beni comuni, dalla messa in sicurezza del territorio, dall’investimento nei saperi e nella cura delle persone;
b) una ridistribuzione della ricchezza partendo da una legge patrimoniale che vada a colpire le grandi ricchezze anziché i soliti lavoratori e pensionati.
c) l’abolizione della riforma pensionistica targata Fornero che è un blocco all’ingresso nel lavoro di migliaia di giovani.
d) la ridiscussione dei trattati europei voluti dalla famosa Troika, ovvero Fondo Monetario Internazionale,Banca Centrale Europea e Commissione Europea, che con le misure di rigore hanno già provocato in tutta Europa 27 milioni di disoccupati.
I nostri governanti, e i partiti che li sostengono, hanno scelto di stare dalla parte dei poteri forti della finanza internazionale, e il risultato è un ulteriore impoverimento dei ceti popolari e un aumento della disoccupazione da un lato, e un maggiore concentrazione della ricchezza dall’altro.
Il 10% della popolazione detiene oggi il 46,6% della ricchezza complessiva, e corrisponde a quella fetta di italiani che non hanno mai pagato la crisi, al contrario di lavoratori e pensionati che dopo i provvedimenti dei governi Berlusconi, Monti e Letta sono diventati più poveri e con meno diritti.
Oggi Renzi finge di colpire i privilegi con azioni spettacolari ma che nella sostanza sono solo fumo negli occhi. Infatti nessuna delle quattro ipotesi fatte prima sono prese in considerazione dal governo Renzi-Alfano.
Signori Non è la vostra festa.
Renzi, Berlusconi, Alfano, e relativi partiti e alleati: non insultate ulteriormente i lavoratori. Astenetevi dal celebrare il 1° maggio.

Stefano Lugli
Candidato alle elezioni europee con la lista L’Altra Europa con Tsipras
Collegio Nord Est

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