La lista L’Altra
Emilia Romagna sostiene e condivide lo sciopero provinciale promosso dai
sindacati del commercio per sabato 1 novembre. I motivi di questa scelta
sono molto chiari: la rottura di ogni regola della società, il dispregio delle
feste religiose e civili, il totale disinteresse per la vita dei lavoratori e
delle loro famiglie sono le conseguenze delle liberalizzazioni volute da un
governo che immagina un paese a misura di banche e supermercati, non certo a
misura di lavoratori e famiglie.
É ampiamente dimostrato come allungare gli orari di
apertura dei centri commerciali differenzia il momento degli acquisti senza
minimamente aumentare la capacità di spesa di lavoratori che hanno gli stipendi
più bassi d’Europa e il potere d’acquisto deteriorato dalle misure del Governo.
In tal modo non solo non giungono benefici ma si arreca un
colpo mortale alla piccola distribuzione e ai negozi di vicinato dei centri
storici, i quali non possono reggere i ritmi forsennati dei centri commerciali:
il tutto ovviamente a vantaggio della grande distribuzione.
L’apertura selvaggia dei centri commerciali non sta
portando alcun vantaggio ai consumatori mentre sta determinando, come
facilmente prevedibile, un aumento dei prezzi al consumo, poiché allargare le
aperture determina un aumento dei costi, per la maggior richiesta di lavoro e
la necessità di rifornimenti nei giorni festivi.
L’Altra Emilia Romagna
è contraria alle liberalizzazioni selvagge, regalo alla lobby della grande
distribuzione, che oggi non ha più alcun vincolo da rispettare e può disporre
della vita dei lavoratori a suo piacimento. Poco importa se lavorare la
domenica disgrega le famiglie, appesantisce ulteriormente i carichi di lavoro
per le donne, visto che si tratta di personale prevalentemente femminile. E
poco importa se con l’apertura dei centri commerciali si svuotano i centri
storici per i quali le nostre amministrazioni spendono denari per inventarsi
attività di animazione culturale. Senza considerare gli effetti di
impoverimento culturale di una socializzazione, specialmente per le giovani
generazioni, sempre più a misura "di centro commerciale".
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