Assieme ai consiglieri del M5S ho
presentato una mozione perché il Comune di Finale Emilia si schieri contro il progetto di estrazione idrocarburi denominato “Reno Centese” e che
incide sul nostro territorio. Non abbiamo bisogno di devastare ulteriormente
Finale Emilia con le estrazioni e vogliamo che il sindaco si attivi presso le
autorità competenti affinché non sia concessa nessuna autorizzazione per nuove
attività estrattive. Non solo, proponiamo di modificare gli strumenti
urbanistici in modo che le attività estrattive siano vietate definitivamente su tutto il
territorio comunale. Analoga mozione è stata approvata poche settimane fa
all'unanimità dal consiglio comunale di Cento. Di seguito è disponibile il
testo integrale della mozione.
Cos’è il progetto “Reno Centese”?Il 31 ottobre 2016 è apparso sul sito
del Ministero dello
Sviluppo Economico un aggiornamento della istanza di permesso di
ricerca denominato “Reno Centese” presentata a marzo 2012 dalla Exploenergy.
Nella sostanza la multinazionale attiva nel campo Oil and Gas con questo atto
riattiva la procedura autorizzativa avviata nel 2012 e poi sospesa a seguito
del sisma su decisione dell’ex presidente della Regione, Vasco Errani;
successivamente la sospensione ai permessi di ricerca fu cancellata
dall’attuale presidente Bonaccini. L’area di estrazione per la ricerca di
idrocarburi si estende su 435 Km2 coinvolgendo 13 Comuni nella province di
Ferrara, Modena e Bologna, fra cui Finale Emilia.
Finale
Emilia, lì 09/12/2016
Al Sindaco Sandro Palazzi
Al Presidente del Consiglio Comunale Maurizio Boetti
OGGETTO: Mozione
contro attuali e futuri permessi di
ricerca e estrazione idrocarburi nel territorio comunale
Premesso
che
nel territorio del Comune di
Finale Emilia è in essere una richiesta da parte della compagnia Exploenergy, attiva nel
comparto Oil and Gas, per un permesso di ricerca
idrocarburi mediante trivellazione denominato ”Reno Centese” che su un area di
435,7 km2 quadrati nelle zone dei Comuni
della Provincia di Modena ( Mirandola, San Felice sul Panaro, Finale Emilia), della
Provincia di Ferrara( Bondeno, Ferrara, Vigarano Mainarda, Cento,
Sant’Agostino, Mirabello, Poggio Renatico) e della Provincia di Bologna ( Pieve
di Cento, Galliera, San Pietro in Casale), come appare nel sito del Ministero
dello Sviluppo economico;
tale richiesta è ancora in fase
preliminare del deposito della documentazione per la presentazione della
Valutazione di Impatto Ambientale attivata in data 14/03/2012, successivamente
sospesa con provvedimento della Regione Emilia Romagna a seguito del sisma in
Emilia e riattivata il 31/10/2016 con un’istanza volontaria di riduzione
parziale dell’area di ricerca (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle
georisorse - Anno LX N. 10).
Preso
atto che
come
disposto dall'articolo 38 del D.L. n.133/2014 “Sblocca Italia” le attività di
ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi vengono definite strategiche
per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, esse sono definite
opere di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza con vincolo preordinato
all'esproprio dei beni interessati;
le
attività sopra menzionate rientrano nella categoria di interventi per cui le
procedure di Valutazione di Impatto Ambientale vengono trasferite dalle Regioni
al Ministero dell'Ambiente; successivamente il titolo viene rilasciato dal
Ministero dello Sviluppo Economico con l'intesa della Regione interessata.
Ritenuto
che
con
le nuove disposizioni in materia di idrocarburi previste dal DL 133/2014
attuato dal DM Sviluppo Economico 25/03/2015 e successivamente dettagliato dal
Decreto direttoriale del Ministero dello Sviluppo Economico 15/07/2015 non si
preveda nessun effettivo potere decisorio in capo alle Amministrazioni Comunali
interessate dalle attività di ricerca e coltivazione, essendo il titolo
concessorio rilasciato direttamente con Decreto del Ministero e trattandosi
soprattutto di interventi che rivestono carattere di interesse strategico nonché
di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza.
Osservato
che
il permesso
di ricerca idrocarburi attualmente oggetto di valutazione pur riguardando ambiti
comunali differenti, interessa un territorio come quello della pianura emiliana
contraddistinto da problematiche e particolarità che li accomunano tra loro:
primo fra tutti il problema della subsidenza. Se è ormai dimostrato che la
componente naturale della subsidenza è un fenomeno presente da alcuni milioni
di anni, dovuto al progressivo compattamento dei terreni alluvionali, e che si
tratta di un processo tuttora in atto ma estremamente lento (con abbassamenti
del terreno compresi solitamente tra 1 e 3 mm all'anno); è pur vero che la
componente antropica, invece, si è resa manifesta soprattutto a partire dagli
anni '50 del secolo scorso, ha raggiunto i suoi valori massimi negli anni
'60-'80 ed è tuttora presente, pur avendo subito generalmente una forte
riduzione;
nonostante
che il territorio modenese e ferrarese sia ancora classificato a basso rischio
sismico, è interessato dalla presenza di due faglie instabili e capaci di forze
di magnitudo superiore al 5 della scala Richter, come dimostrato dai danni
provocati dalle due scosse del 2012 e da un elevatissimo rischio idraulico per
la presenza di un reticolo di fiumi che la attraversano;
il
fenomeno della subsidenza sia irreversibile e comporti ad oggi enormi costi in
termini di interventi di regimazione della rete idraulica superficiale di
bonifica, nonché indirettamente sia fonte di consumo di energia primaria
necessaria per il funzionamento dei presidi idraulici. Costi che
inevitabilmente ricadono su tutta la collettività che vive in questi territori.
Osservato
inoltre che:
i
documenti che solitamente accompagnano le valutazioni di impatto ambientale di
tali progetti di ricerca o coltivazione, spesso minimizzano gli impatti ambientali
ad essi associati e sottovalutano possibili incidenti che potrebbero irrimediabilmente
danneggiare le numerose falde che compongono una rete idrica invisibile e sotterranea,
ma indispensabile a quella economia agricola costituita anche di prodotti di alta
qualità.
Ritenuto
che:
le
strategie di ricerca idrocarburi avanzate dalle compagnie petrolifere vadano
contro alla tanto auspicata ed obbligata transizione energetica rinnovabile su
cui ci si sta concretamente impegnando.
Invocato
il
principio di precauzione in virtù dei potenziali danni che i progetti di
ricerca e coltivazione di idrocarburi potrebbero avere irrimediabilmente sui
territori in termini di subsidenza, sisma indotto e possibile danno ambientale
alla rete idrica sotterranea e di superficie. Sempre per il già citato
principio di precauzione, non esiste certezza che le vibrazioni delle attività
di ricerca e coltivazione, seppur di media intensità, possano turbare il
delicato equilibrio che compone quella fitta rete idrica sotterranea o il
compattamento sedimentario che costituisce il nostro territorio.
Valutato altresì
che la zona di
concessione è stata interessata nel 2012 dal sisma che ha provocato ingenti
danni, oltre che alla perdita di vite umane, ed inoltre lo “Studio Ichese”,
commissionato dalla Regione Emilia-Romagna, non ha escluso correlazioni fra
trivellazioni e sismicità indotta.
Tenuto
conto
della
delicata situazione psicologica ed emotiva che ha determinato il sisma del 2012
e il fatto che molti cittadini sono tuttora spaventati da vibrazioni o forti
rumori.
Richiamate
le
posizioni di contrarietà al permesso di ricerca “Reno Centese” già espresse nel
2013 da diverse amministrazioni comunali ricadenti all’interno dell’area di
ricerca, fra cui le delibere dell’Associazione dei
Comuni dell’Alto Ferrarese e dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, e la
mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Cento il 30/11/2016 contro la riattivazione del permesso di ricerca di Exploenergy;
IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE
1. A
richiedere alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove
autorizzazioni per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di
coltivazione di idrocarburi nel territorio comunale.
2. A
richiedere alla Regione Emilia Romagna di condividere la posizione del Comune
di Finale Emilia nell’ambito dell’accordo sottoscritto con il Ministero dello
Sviluppo Economico e approvato con delibera di Giunta Regionale n.
903 del 13 luglio 2015 “Nuove disposizioni relative ai permessi di
prospezione e ricerca nonché alle concessioni di coltivazione e stoccaggio di
idrocarburi nel territorio della Regione Emilia-Romagna e approvazione dello
schema di accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dello Sviluppo
Economico”.
3. A
trasmettere copia della presente risoluzione agli Enti competenti per il
rilascio dei titoli minerari nonché deputati alla conclusione dei procedimenti
di Valutazione di Impatto Ambientale.
4. A
modificare gli strumenti urbanistici di pianificazione territoriale vietando
con vincoli assoluti e inderogabili, per le motivazioni citate in premessa,
qualsiasi nuova attività di ricerca o coltivazione di idrocarburi nel
territorio del Comune di Finale Emilia.
5. A
dare la più ampia informazione possibile al presente documento promuovendo
inoltre iniziative di comunicazione rivolte alla cittadinanza.
6. A
vietare oltremodo nel territorio comunale l’utilizzo di strumenti di ricerca,
quali Vibroseis, che pur essendo dichiarati non impattanti, effettuano un’azione
meccanica (propagazione di vibrazioni generate meccanicamente nel sottosuolo e
relativa strumentazione sismica di rilevamento) per l’identificazione di
giacimenti sotterranei di idrocarburi o giacimenti di gas.
Stefano Lugli - Consigliere Comunale lista Sinistra
Civica
Andrea Pavani - Consigliere Comunale M5S
Mattia Veronesi - Consigliere Comunale M5S
Andrea Pavani - Consigliere Comunale M5S
Mattia Veronesi - Consigliere Comunale M5S
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