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lunedì 19 dicembre 2016

NO AL PERMESSO DI RICERCA IDROCARBURI "RENO CENTESE"

Assieme ai consiglieri del M5S ho presentato una mozione perché il Comune di Finale Emilia si schieri contro il progetto di estrazione idrocarburi denominato “Reno Centese” e che incide sul nostro territorio. Non abbiamo bisogno di devastare ulteriormente Finale Emilia con le estrazioni e vogliamo che il sindaco si attivi presso le autorità competenti affinché non sia concessa nessuna autorizzazione per nuove attività estrattive. Non solo, proponiamo di modificare gli strumenti urbanistici in modo che le attività estrattive siano vietate definitivamente su tutto il territorio comunale. Analoga mozione è stata approvata poche settimane fa all'unanimità dal consiglio comunale di Cento. Di seguito è disponibile il testo integrale della mozione.

Cos’è il progetto “Reno Centese”?Il 31 ottobre 2016 è apparso sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico un aggiornamento della istanza di permesso di ricerca denominato “Reno Centese” presentata a marzo 2012 dalla Exploenergy. Nella sostanza la multinazionale attiva nel campo Oil and Gas con questo atto riattiva la procedura autorizzativa avviata nel 2012 e poi sospesa a seguito del sisma su decisione dell’ex presidente della Regione, Vasco Errani; successivamente la sospensione ai permessi di ricerca fu cancellata dall’attuale presidente Bonaccini. L’area di estrazione per la ricerca di idrocarburi si estende su 435 Km2 coinvolgendo 13 Comuni nella province di Ferrara, Modena e Bologna, fra cui Finale Emilia.


Finale Emilia, lì 09/12/2016


Al Sindaco Sandro Palazzi

Al Presidente del Consiglio Comunale Maurizio Boetti

OGGETTO: Mozione contro attuali e futuri permessi di ricerca e estrazione idrocarburi nel territorio comunale

Premesso che
nel territorio del Comune di Finale Emilia è in essere una richiesta da parte della compagnia Exploenergy, attiva nel comparto Oil and Gas, per un permesso di ricerca idrocarburi mediante trivellazione denominato ”Reno Centese” che su un area di 435,7 km2 quadrati nelle zone dei Comuni della Provincia di Modena ( Mirandola, San Felice sul Panaro, Finale Emilia), della Provincia di Ferrara( Bondeno, Ferrara, Vigarano Mainarda, Cento, Sant’Agostino, Mirabello, Poggio Renatico) e della Provincia di Bologna ( Pieve di Cento, Galliera, San Pietro in Casale), come appare nel sito del Ministero dello Sviluppo economico;

tale richiesta è ancora in fase preliminare del deposito della documentazione per la presentazione della Valutazione di Impatto Ambientale attivata in data 14/03/2012, successivamente sospesa con provvedimento della Regione Emilia Romagna a seguito del sisma in Emilia e riattivata il 31/10/2016 con un’istanza volontaria di riduzione parziale dell’area di ricerca (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse - Anno LX N. 10).

Preso atto che
come disposto dall'articolo 38 del D.L. n.133/2014 “Sblocca Italia” le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi vengono definite strategiche per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, esse sono definite opere di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza con vincolo preordinato all'esproprio dei beni interessati;

le attività sopra menzionate rientrano nella categoria di interventi per cui le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale vengono trasferite dalle Regioni al Ministero dell'Ambiente; successivamente il titolo viene rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico con l'intesa della Regione interessata.

Ritenuto che
con le nuove disposizioni in materia di idrocarburi previste dal DL 133/2014 attuato dal DM Sviluppo Economico 25/03/2015 e successivamente dettagliato dal Decreto direttoriale del Ministero dello Sviluppo Economico 15/07/2015 non si preveda nessun effettivo potere decisorio in capo alle Amministrazioni Comunali interessate dalle attività di ricerca e coltivazione, essendo il titolo concessorio rilasciato direttamente con Decreto del Ministero e trattandosi soprattutto di interventi che rivestono carattere di interesse strategico nonché di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza.

Osservato che
il permesso di ricerca idrocarburi attualmente oggetto di valutazione pur riguardando ambiti comunali differenti, interessa un territorio come quello della pianura emiliana contraddistinto da problematiche e particolarità che li accomunano tra loro: primo fra tutti il problema della subsidenza. Se è ormai dimostrato che la componente naturale della subsidenza è un fenomeno presente da alcuni milioni di anni, dovuto al progressivo compattamento dei terreni alluvionali, e che si tratta di un processo tuttora in atto ma estremamente lento (con abbassamenti del terreno compresi solitamente tra 1 e 3 mm all'anno); è pur vero che la componente antropica, invece, si è resa manifesta soprattutto a partire dagli anni '50 del secolo scorso, ha raggiunto i suoi valori massimi negli anni '60-'80 ed è tuttora presente, pur avendo subito generalmente una forte riduzione;

nonostante che il territorio modenese e ferrarese sia ancora classificato a basso rischio sismico, è interessato dalla presenza di due faglie instabili e capaci di forze di magnitudo superiore al 5 della scala Richter, come dimostrato dai danni provocati dalle due scosse del 2012 e da un elevatissimo rischio idraulico per la presenza di un reticolo di fiumi che la attraversano;

il fenomeno della subsidenza sia irreversibile e comporti ad oggi enormi costi in termini di interventi di regimazione della rete idraulica superficiale di bonifica, nonché indirettamente sia fonte di consumo di energia primaria necessaria per il funzionamento dei presidi idraulici. Costi che inevitabilmente ricadono su tutta la collettività che vive in questi territori.

Osservato inoltre che:
i documenti che solitamente accompagnano le valutazioni di impatto ambientale di tali progetti di ricerca o coltivazione, spesso minimizzano gli impatti ambientali ad essi associati e sottovalutano possibili incidenti che potrebbero irrimediabilmente danneggiare le numerose falde che compongono una rete idrica invisibile e sotterranea, ma indispensabile a quella economia agricola costituita anche di prodotti di alta qualità.

Ritenuto che:
le strategie di ricerca idrocarburi avanzate dalle compagnie petrolifere vadano contro alla tanto auspicata ed obbligata transizione energetica rinnovabile su cui ci si sta concretamente impegnando.

Invocato
il principio di precauzione in virtù dei potenziali danni che i progetti di ricerca e coltivazione di idrocarburi potrebbero avere irrimediabilmente sui territori in termini di subsidenza, sisma indotto e possibile danno ambientale alla rete idrica sotterranea e di superficie. Sempre per il già citato principio di precauzione, non esiste certezza che le vibrazioni delle attività di ricerca e coltivazione, seppur di media intensità, possano turbare il delicato equilibrio che compone quella fitta rete idrica sotterranea o il compattamento sedimentario che costituisce il nostro territorio.

Valutato altresì
che la zona di concessione è stata interessata nel 2012 dal sisma che ha provocato ingenti danni, oltre che alla perdita di vite umane, ed inoltre lo “Studio Ichese”, commissionato dalla Regione Emilia-Romagna, non ha escluso correlazioni fra trivellazioni e sismicità indotta.

Tenuto conto
della delicata situazione psicologica ed emotiva che ha determinato il sisma del 2012 e il fatto che molti cittadini sono tuttora spaventati da vibrazioni o forti rumori.

Richiamate
le posizioni di contrarietà al permesso di ricerca “Reno Centese” già espresse nel 2013 da diverse amministrazioni comunali ricadenti all’interno dell’area di ricerca, fra cui le delibere dell’Associazione dei Comuni dell’Alto Ferrarese e dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, e la mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Cento il 30/11/2016 contro la riattivazione del permesso di ricerca di Exploenergy;

IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE

1. A richiedere alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove autorizzazioni per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di coltivazione di idrocarburi nel territorio comunale.

2. A richiedere alla Regione Emilia Romagna di condividere la posizione del Comune di Finale Emilia nell’ambito dell’accordo sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico e approvato con delibera di Giunta Regionale n. 903 del 13 luglio 2015 “Nuove disposizioni relative ai permessi di prospezione e ricerca nonché alle concessioni di coltivazione e stoccaggio di idrocarburi nel territorio della Regione Emilia-Romagna e approvazione dello schema di accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico”.

3. A trasmettere copia della presente risoluzione agli Enti competenti per il rilascio dei titoli minerari nonché deputati alla conclusione dei procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale.

4. A modificare gli strumenti urbanistici di pianificazione territoriale vietando con vincoli assoluti e inderogabili, per le motivazioni citate in premessa, qualsiasi nuova attività di ricerca o coltivazione di idrocarburi nel territorio del Comune di Finale Emilia.

5. A dare la più ampia informazione possibile al presente documento promuovendo inoltre iniziative di comunicazione rivolte alla cittadinanza.

6. A vietare oltremodo nel territorio comunale l’utilizzo di strumenti di ricerca, quali Vibroseis, che pur essendo dichiarati non impattanti, effettuano un’azione meccanica (propagazione di vibrazioni generate meccanicamente nel sottosuolo e relativa strumentazione sismica di rilevamento) per l’identificazione di giacimenti sotterranei di idrocarburi o giacimenti di gas.


Stefano Lugli - Consigliere Comunale lista Sinistra Civica

Andrea Pavani - Consigliere Comunale M5S

Mattia Veronesi - Consigliere Comunale M5S

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