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domenica 5 novembre 2017

PARLIAMO DI SICUREZZA E PAURA


Il nostro articolo per il numero di novembre del mensile Piazza Verdi è dedicato al tema della sicurezza pubblica a Finale Emilia. 

Buona lettura.


Quando accadono fatti drammatici e sconvolgenti come l’omicidio di un’anziana signora di Finale Emilia per pochi spiccioli, i sentimenti di rabbia e paura sono i primi ad emergere, ed è naturale che sia così. Ma superato lo sgomento, credo, che dovremmo tutti interrogarci, almeno io lo faccio, sulle condizioni sociali che permettono il radicarsi in giovanissimi uomini di un desiderio così potente di denaro fino al disprezzo più totale della vita.
Qualche lettore può dire che è banale retorica, ma io penso che simili delitti siano una sconfitta per tutti: per le famiglie coinvolte, per i loro educatori che non hanno colto il disagio di questi ragazzi, per istituzioni che cercano di proteggere i propri cittadini e si trovano “attaccate” da ragazzini appena maggiorenni, che anziché costruirsi un futuro se lo rovinano. Gli episodi di cronaca nera riportano terribili delitti commessi, anche vicino a noi, da giovanissimi ragazzi, e se ci limitiamo a circoscriverne le responsabilità al disagio personale - fino ad incolpare l’etnia di provenienza quando i criminali sono stranieri - senza interrogarci sul modello di società in cui crescono, non scacciamo il pericolo che episodi analoghi possano ripresentarsi.

Dico con chiarezza e fermezza che la sicurezza delle persone e delle case va garantita, e che lo Stato deve fare tutto il possibile perché ogni cittadino possa, in ogni momento ed in ogni luogo, avere scarsissima probabilità di essere aggredito o derubato. Questo è compito delle istituzioni e noi dobbiamo pretendere che lo svolgano fino in fondo. Ma questo non è sufficiente ad impedire che, con una scusa banale, un volto conosciuto entri in casa nostra per commettere un reato. Proprio per questo respingiamo gli sforzi di coloro che, a seguito dell’omicidio, hanno tentato di suscitare, per bassi interessi di partito, reazioni istintive e scomposte e, come tali, pericolose. Mi riferisco alla manifestazione di Forza Nuova davanti a casa della vittima e ai silenzi istituzionali che l’hanno legittimata, e a quei politici che, anche fuori Finale Emilia, hanno trasformato un fatto di cronaca in una campagna politica per alimentare la fobia dello straniero.

Ricordo che sono sempre gli stessi ad alimentare odio e paura, fomentando il razzismo e la xenofobia. E ricordo che ci sono altre paure, vere, in giro; e non bisogna fare confusione. C’è la paura di un futuro incerto, di perdere il posto di lavoro o di non trovarlo, di restare precario tutta la vita; c’è la paura della povertà. Queste paure non sono di pancia, ma di cervello e di ragione, e parlano di famiglie, di figli da sfamare e da far studiare, parlano di anziani da assistere, parlano di diseguaglianze sociali ed economiche, parlano di giovani senza futuro, parlano di dignità. Queste paure non si combattono con la demagogia e le suggestioni razziste, ma con politiche che garantiscano il diritto al lavoro, alla salute, alla casa, alla scuola. E chi ha responsabilità politiche e amministrative è chiamato a fare la sua parte per garantire questi diritti, anche a Finale Emilia.
Ma di questo, gli agitatori di professione non si occupano, perché sono temi che non sono nelle loro corde, né del cuore, né della mente.

Stefano Lugli - Consigliere comunale lista Sinistra Civica 

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